Il saggio - secondo un impianto di Pedagogia generale e sociale, interessato a rintracciare e rilanciare la ricorsività fra teoria e prassi - indaga e assume il contributo di don Lorenzo Milani e, di riflesso, della Scuola-Comunità di Barbiana come esperienza di educazione popolare che – fra teorie e prassi educative – ha incarnato il conflitto e fatto della parola un’arma necessaria (di scontro e incontro, dia-ballein che divide e symballein che unisce) per rivendicare e consentire la coltivazione umana, individuale e collettiva; i fattori di progetto sociale e culturale (anche nei termini dell’educazione degli adulti) ne restano ancora profondamente e strategicamente significativi. Pertanto, il saggio si snoda intorno: - all’Armar-si della Parola, ossia armare sé stessi e gli altri non di armi bensì della Parola in senso sia laico che (per questo con la P maiuscola) confessionale, in don Lorenzo Milani secondo una contestuale propensione; - a don Lorenzo Milani con riguardo alla specifica traiettoria formativa e professionale, esistenziale e spirituale senza la quale non sarebbe stata possibile l’esperienza di Barbiana; - alla Scuola-Comunità di Barbiana perché questa esperienza può essere compresa soltanto intendendo la Scuola/Conoscenza come mezzo per il fine della Comunità/Coscienza (non intima o intimistica ma insieme storico-culturale e profonda); - al secolo dei conflitti tra scienza e coscienza (segnato dal progresso tecnico-scientifico e da rivoluzioni e trasformazioni sociali e culturali che si confronta con il problema della formazione dell’uomo nuovo o del nuovo umanesimo). Un secolo - il Novecento - non estraneo a derive capitaliste/liberali e colonialiste/totalitarie e, più ampiamente, a condizioni e forme di preclusione all’integrazione e inclusione culturale e sociale per generi, generazioni, profili-psicofisici, classi sociali e gruppi etnico-linguistico-religiosi; dunque, carico di deficit di democrazia cognitiva e sociale da sanare ricomponendo a livello formativo la frattura tra teoria e prassi. In particolare, il saggio si distingue per i seguenti nuclei concettuali: a) I conflitti del Novecento: rottura e continuità tra scienza e coscienza; b) Il Novecento pedagogico: educare alla logica della scienza e alla storicità (ma anche profondità) della coscienza, c) Nodi biografici e pedagogici in don Lorenzo Milani (con riguardo anche alle sue tre conversioni: politico-sociale, culturale-linguistica, confessionale ma non catechistica), d) Cosa bisogna essere: il fine (evitando didatticismi), e) Come è necessario fare: la prassi (coerente al fine e aderente alla realtà), f) L’educatore: (nel caso di don Lorenzo Milani) maestro e prete (anche come intellettuale organico).
Armar-si della Parola. Don Lorenzo Milani e la Scuola-Comunità di Barbiana nel secolo dei conflitti tra scienza e coscienza / Cerrocchi, L.. - (2018), pp. 77-124.
Armar-si della Parola. Don Lorenzo Milani e la Scuola-Comunità di Barbiana nel secolo dei conflitti tra scienza e coscienza
Cerrocchi L.
2018
Abstract
Il saggio - secondo un impianto di Pedagogia generale e sociale, interessato a rintracciare e rilanciare la ricorsività fra teoria e prassi - indaga e assume il contributo di don Lorenzo Milani e, di riflesso, della Scuola-Comunità di Barbiana come esperienza di educazione popolare che – fra teorie e prassi educative – ha incarnato il conflitto e fatto della parola un’arma necessaria (di scontro e incontro, dia-ballein che divide e symballein che unisce) per rivendicare e consentire la coltivazione umana, individuale e collettiva; i fattori di progetto sociale e culturale (anche nei termini dell’educazione degli adulti) ne restano ancora profondamente e strategicamente significativi. Pertanto, il saggio si snoda intorno: - all’Armar-si della Parola, ossia armare sé stessi e gli altri non di armi bensì della Parola in senso sia laico che (per questo con la P maiuscola) confessionale, in don Lorenzo Milani secondo una contestuale propensione; - a don Lorenzo Milani con riguardo alla specifica traiettoria formativa e professionale, esistenziale e spirituale senza la quale non sarebbe stata possibile l’esperienza di Barbiana; - alla Scuola-Comunità di Barbiana perché questa esperienza può essere compresa soltanto intendendo la Scuola/Conoscenza come mezzo per il fine della Comunità/Coscienza (non intima o intimistica ma insieme storico-culturale e profonda); - al secolo dei conflitti tra scienza e coscienza (segnato dal progresso tecnico-scientifico e da rivoluzioni e trasformazioni sociali e culturali che si confronta con il problema della formazione dell’uomo nuovo o del nuovo umanesimo). Un secolo - il Novecento - non estraneo a derive capitaliste/liberali e colonialiste/totalitarie e, più ampiamente, a condizioni e forme di preclusione all’integrazione e inclusione culturale e sociale per generi, generazioni, profili-psicofisici, classi sociali e gruppi etnico-linguistico-religiosi; dunque, carico di deficit di democrazia cognitiva e sociale da sanare ricomponendo a livello formativo la frattura tra teoria e prassi. In particolare, il saggio si distingue per i seguenti nuclei concettuali: a) I conflitti del Novecento: rottura e continuità tra scienza e coscienza; b) Il Novecento pedagogico: educare alla logica della scienza e alla storicità (ma anche profondità) della coscienza, c) Nodi biografici e pedagogici in don Lorenzo Milani (con riguardo anche alle sue tre conversioni: politico-sociale, culturale-linguistica, confessionale ma non catechistica), d) Cosa bisogna essere: il fine (evitando didatticismi), e) Come è necessario fare: la prassi (coerente al fine e aderente alla realtà), f) L’educatore: (nel caso di don Lorenzo Milani) maestro e prete (anche come intellettuale organico).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.